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"Mi chiamo Arnaldo e prendo il nome dal barone Arnaldo di Villanova Pescorocchiano con passaporto dei Cavalieri dell'Ordine di Malta." Sembra il buffo incipit di una filastrocca, o di una fiaba di Rodari, o comunque di qualcosa che fa molto ridere. Invece no, l'inizio della storia di Arnaldo divertente non lo è affatto: prima, a soli cinque anni, deve lasciare la casa sul mare di Torvaianica per seguire la famiglia in Olanda, dove atterra come un alieno senza conoscere la lingua; poi la madre lo costringe a entrare nella Comunità, un gruppo religioso dai diktat ferrei che punisce ogni slancio di vitalità; infine, quando a dodici anni ritorna in Italia, è costretto ad abbandonare gli amici che nel frattempo aveva trovato e cade in una profonda depressione. Le vicissitudini di cui leggerete in queste pagine - alcune per la verità molto comiche - non finiscono qui, eppure tutte sono servite ad Arnaldo per capire che ridere (e far ridere) ha un potere magico: riesce a portare un filo di luce nei momenti bui, ci consente di guardare le difficoltà dal lato più buffo e renderle più piccole, meno spaventose. Quando questa consapevolezza arriva a maturazione è una rinascita, una esplosione buona, una felicità che contagia. E nessuno meglio di Arnaldo, oggi uno dei comici più amati nel mondo con una platea di oltre 20 milioni di follower su TikTok, può spiegarci perché il sorriso può migliorare la vita ogni giorno. Quella di tutti noi.